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Professional Counseling
Le testimonianze sulla scuola di counseling
I tanti racconti e le diverse esperienze di chi ha seguito in questi anni il corso triennale di formazione in counseling. Che cosa hanno scoperto dentro di sé, quali risorse hanno valorizzato, i profondi cambiamenti
che hanno messo in atto, gli obiettivi che hanno raggiunto.
Il Master in competenze relazionali proposto da Collage va in parallelo con il primo anno della formazione triennale in counseling e permette ai professionisti che già lavorano di aggiungere delle skill trasversali importanti per svolgere meglio il proprio lavoro. Ed è facile che, dopo un anno, chi ha partecipato e ha vissuto l’intensa esperienza di gruppo con gli altri allievi abbia voglia di continuare… Come testimonia Annalisa Calvi, che quest’anno concluderà il terzo anno di formazione.
La mia scelta di frequentare il corso di Counseling di Collage è stata influenzata dal fatto che era l’unica scuola che dava la possibilità di frequentare il primo anno come formazione integrativa rispetto a una professionalità già acquisita in altro campo.
Il primo anno è passato fin troppo velocemente e, nonostante tutte le difficoltà incontrate a causa della pandemia, ho sentito il desiderio di continuare, sia per la curiosità e l’interesse che mi suscitavano gli argomenti trattati, sia per la meravigliosa armonia che si è creata nel nostro gruppo. Il gruppo è stato un sostegno fondamentale per il mio cammino di crescita personale intrapreso in questi due anni e soprattutto è stato importante per attraversare il periodo, per me molto difficile, che è iniziato con l’arrivo del Covid ed è proseguito con vicende personali che hanno stravolto gli equilibri ben consolidati della mia esistenza. Quando parlo di gruppo, tra l’altro, comprende anche il corpo insegnanti e i tutor.
In questi due anni ciò che ha avuto maggior impatto su di me è stato il lavoro corporeo. Ho imparato la differenza tra il “capire”, modalità con cui prevalentemente stavo nel mondo, e il “sentire”. Questo cambio di percezione ha portato consapevolezza, ma anche molto dolore. I cambiamenti profondi possono avvenire solo attraverso il “lasciar andare” e questo presuppone rischio, paure, dolore. Come mi hanno insegnato a scuola, sono stata dentro queste emozioni, senza fuggire, e ho scoperto che può essere sostenibile starci… e che questa è la via che porta alla trasformazione.
Non so se arriverò a ottenere il diploma di counselor, ma senza dubbio mi sarò portata a casa una esperienza umana di valore inestimabile che ha avuto una grande influenza sulla mia persona e sulle mie relazioni dentro e fuori la scuola in termini di capacità di ascolto, autenticità, consapevolezza e molto altro ancora. Vivere o sopravvivere? Questo è un tema molto attuale in questa era di Covid. A Collage mi “sento”. Mi sento viva.
Lavorate nel campo del benessere? Siete infermieri? Oppure osteopati o fisioterapisti? Oppure naturopati? Operatori/operatrici shiatsu?
Sentite il bisogno di acquisire o migliorare le vostre competenze relazionali, perché chi si rivolge a voi vi porta anche le sue difficoltà, le sue emozioni, le sue storie personali?
Molti nostri allievi hanno scelto di iscriversi al nostro corso di formazione in counseling per questo, come testimonia Antonella.
Mi chiamo Antonella Carè e sono quasi al termine del primo anno di formazione della scuola di counseling professionale di Collage.
E’ stato un anno che da una parte è trascorso velocemente, dall’altra, se mi fermo a riflettere, percepisco ben impressi dentro di me tanti momenti, tante esperienze, tantissime emozioni vissute con me stessa e in gruppo.
Partendo da una mia personale base olistica di operatrice shiatsu da quasi 20 anni e da un lavoro continuo di crescita personale svolto ormai da diversi anni su me stessa, mi sono trovata in pieno periodo Covid a sentire ancora di più il naturale bisogno di poter dare supporto agli altri e ancora di più a me stessa, intraprendendo una formazione professionale in una modalità di relazione d’aiuto che mettesse la persona al centro.
Inoltre, trattandosi di una scuola a indirizzo gestaltico-bioenergetico, la continua attivazione e preziosità del linguaggio del corpo mi sta permettendo di trovare la giusta “comunicazione” tra emozioni e pensiero, comunicazione che diventa per me una danza armoniosa, vibrante, illuminante.
Empatia, ascolto attivo, accettazione incondizionata, autenticità non sono solo risorse da acquisire per diventare un buon counselor, ma diventano aspetti fondamentali da “allenare” per relazionarsi con sé stessi in ogni momento della vita… per lo meno per me è così e ritengo che lo sarà sempre.
Grazie a Collage e a tutti i suoi docenti per ricordarmelo sempre.
Se vi interessa integrare corpo e mente, imparando a entrare in contatto più profondo con le vostre emozioni e quelle altrui, riuscendo anche a gestirne l’espressione in modo più funzionale, il corso di formazione in counseling di Collage può essere una “palestra” efficace, come testimonia Azzurra.
Se siamo in contatto con i nostri corpi, siamo felici di far parte della natura e di dividere con essa i suoi splendori.”
Questa citazione di Alexander Lowen, padre della bioenergetica, mi rappresenta appieno e mi ha portato a scoprire Collage e il suo corso di formazione triennale in counseling professionale.
Sono Azzurra Spina, una persona solare, aperta alla vita e ricercatrice di bellezza: mi affascia cogliere lo straordinario nell’ordinario. Da sempre esploro il corpo in ogni sua forma e dimensione, principalmente attraverso la danza e la connessione profonda con la natura. Mi dà gioia, energia e carica.
A un certo punto ho sentito che l’esplorazione corporea aveva bisogno di andare oltre la mera ricerca ed espressione artistica. E li è arrivato il mio incontro con Collage e con il suo approccio bioenergetico-gestaltico fortemente esperienziale. I docenti, i tutor e il meraviglioso gruppo di allievi miei compagni mi accompagnano dolcemente in questo viaggio nel corpo, con il corpo, attraverso il corpo. È un viaggio dentro di me per entrare in contatto con le mie emozioni, sensazioni, pensieri, per saperli riconoscere, elaborare e “farmene qualcosa”.
Amo particolarmente i laboratori esperienziali che conducono alla sperimentazione del corpo in una dimensione insolita, più ampia e profonda, non solo con me stessa ma anche in relazione all’altro e all’ambiente. Questi incontri mi fanno sentire presente, vibrante e pienamente viva!
Mi godo questo percorso (a proposito di piacere…), non focalizzandomi sulla meta ma pensando, giorno per giorno, come posso piantare – con il mio andare nel mondo – un piccolo semino di bellezza e umanità.
Una formazione triennale in counseling professionale come quella di Collage serve anche a capire meglio che cosa vogliamo, ad assecondare i nostri desideri più profondi, a dare una direzione al cambiamento.
Così Cecilia – che ha appena concluso il terzo anno – racconta questo percorso, che le ha anche permesso di fare adesso, in modo più consapevole, una scelta importante.
Sono Cecilia Cirillo, mi trovo in aeroporto pronta per partire verso una nuova avventura chiamata Perù. Per la prima volta, forse dopo mesi, mi fermo, e in questo fermarmi mi rendo conto che è passata appena una settimana dall’esame del mio terzo e ultimo anno della scuola di counseling. È un buon momento per guardarmi indietro e riconoscere i passi camminati fino a quest’oggi.
Proprio tre anni fa mi trovavo a decidere se partire per il Perù o rimanere per formarmi come counselor, una professione che prima di quel momento non conoscevo o, come il 95% della popolazione, confondevo con altro. Posso affermare senza alcun ombra di dubbio che si sia trattato di una tra le migliori scelte della mia vita.
Ho intrapreso il percorso con il desiderio di formarmi per essere capace di esserci per l’altro, mettendo a servizio le mie qualità e il mio desiderio di “esserci”, di “poter fare qualcosa”.
A distanza di anni mi rendo conto che questa capacità nasce in primo luogo dall’esserci per me stessa in maniera autentica, ovvero nella mia totalità: emotiva, corporea, cognitiva. Mi emoziona e commuove pensarci: anni passati a cercare di cambiarmi per “essere meglio”, “essere di più”, per poi contattare profondamente come ogni mio singolo pregio e difetto siano una risorsa, che mi permette non solo di conoscermi meglio e amarmi, ma che è un punto dal quale partire per relazionarmi nella mia autenticità, nel rispetto e nell’accoglienza dell’altro. Non vi è nulla di più bello dell’intraprendere il viaggio di scoperta di noi stessi, imparando che nelle relazioni il giudizio, la critica, la paura possono aprire lo spazio ad accoglienza, comprensione, condivisione e crescita!
Riconoscere nell’altro “un altro Noi” è stato un passo evolutivo molto importante, che mi ha aiutata a espandere la visione e a muovermi nella vita ascoltando di più, smettendo di supporre, di proiettare o di prenderla sul personale e iniziando ad avere una parola più amorosa verso l’altro.
Che cosa significa stare nel “qui e ora”? Vuol dire essere presenti, a se stessi e nel mondo. Vuol dire consapevolezza, capacità di integrare corpo e mente. E stare nelle relazioni in un modo diverso, più “pieno”.
E’ un “modo di essere” che purtroppo non viene insegnato a scuola, e poco in famiglia, se non da insegnanti e genitori a loro volta consapevoli.
Per questo, un percorso come quello che propone Collage – sia il corso triennale di formazione in Counseling professionale, sia il corso di un anno in competenze relazionali – permette alle persone di impararlo. E di viverlo, come testimonia Claudia.
Sono Claudia Spinosa, un’allieva della scuola di counseling Collage.
Alla fine del secondo anno di corso – è un percorso che permette di lavorare molto su di sé – mi trovo alle prese con lo “stare nel qui e ora”.
È con questa formazione, infatti, che ho focalizzato quanta fatica faccio a stare nelle situazioni, a fermarmi nel tempo e nello spazio presente senza ricorrere alla fuga. La fuga, quella che mi toglie il respiro, che mi impedisce di sentirmi nel corpo e nella mente, che mi allontana dal contatto. Prima, questa fuga era istantanea e automatica.
Oggi invece mi ritrovo a fare i conti con il “qui e ora”. È difficile, perché richiede attenzione e presenza, altrimenti la fuga scatta. Stare nelle situazioni e scoprirmi nelle mie sensazioni di fronte agli eventi, alle persone non è facile, a volte è doloroso. Eppure è anche molto appagante, come è appagante sentirmi dopo una bella corsa.
L’appagamento nasce dalla consapevolezza che stare nel qui e ora, nelle situazioni, è fonte di scoperta e di contatto. Scoperta di nuove sensazioni, emozioni, percezioni e anche di una nuova immagine di me, di una Claudia che vive il coraggio dello stare. Di nuovi contatti che riescono a sedimentare, a nutrirmi nella “magia” dello stare.
Qui e ora: due avverbi e un nuovo modo di stare al mondo per me.
La capacità di assumersi le proprie responsabilità e quella di stare nel qui e ora sono fra le competenze relazionali che è importante acquisire e affinare sempre più nella propria vita privata e professionale. Cristina spiega come il suo percorso di formazione in Collage – un vero e proprio “viaggio” di gruppo – le stia servendo anche a fare questo…
“L’importante non è ciò che si è fatto di me, ma ciò che io stesso faccio di ciò che si è fatto di me”.
Sono Cristina, allieva del secondo anno di formazione in Counseling professionale di Collage. Scelgo questa citazione per rappresentare un tratto di quel sentiero, molto più lungo, che ho percorso l’anno scorso, durante il primo anno di scuola. Un percorso formativo – meglio, tras-formativo – sia personale sia professionale.
Scelgo questa citazione, che ho appuntato sul mio quaderno e che ogni tanto rileggo e ripeto come un mantra, perché contiene quegli assunti fondamentali che la scuola mi ha insegnato a guardare dritto in faccia e senza i quali non può esserci né evoluzione personale né possibilità di aiutare gli altri in una relazione d’aiuto tra due persone come quella che si instaura con il counseling.
Ecco, dunque, l’elenco di tutto ciò che questa citazione porta alla mia attenzione e su cui guadagnare centimetro dopo centimetro, lungo la strada che la scuola mi accompagna a percorrere giorno dopo giorno:
Responsabilità. Non sono il frutto del contesto, non esclusivamente; faccio la mia parte nel rielaborare ciò che accade, nelle relazioni con l’altro e nelle scelte che compio. Nel bene e nel male.
Senso dell’efficacia. È la fiducia nella mia competenza a muovermi nel mondo attraverso le mie scelte. Per andare verso una me futura più completa, ma anche nelle piccole e grandi questioni che affronto quotidianamente.
Rispetto e amore di me per come sono oggi. Certo, derivo da ciò che si è fatto di me, è innegabile, ma anche e soprattutto da come io scelgo di agire, di reagire, di essere. Spesso faticosamente, ma con gioia e orgoglio, passo dopo passo.
L’importanza di stare e sentire nel presente, senza rivangare il passato con i suoi perché e percome, ma piuttosto intercettando nel passato tutti quegli elementi utili al lavoro su me stessa. Utili oggi a fare la mia parte in una società – meglio, in una comunità – che desidero con tutto il mio cuore sempre più consapevole ed ecologica.
E scusatemi se è poco.
Per questo tratto di strada e per molto altro ancora, mi sento grata verso i docenti e verso i colleghi senza cui il viaggio non sarebbe possibile, semplicemente non avverrebbe.
Grata. E di nuovo, scusatemi se è poco.
C’è un’età minima per iscriversi a un corso triennale di formazione in counseling? Sì, bisogna avere almeno 23 anni.
In compenso, non c’è un’età massima. Perché l’esperienza di vita e il lavoro su di sé sono sempre preziosi. Come testimonia Dario in questa sua presentazione.
Sono Dario Pasqualini e sto concludendo il terzo anno di corso di formazione in Counseling con Collage.
Com’è stato il mio percorso? Tre anni che mi hanno cambiato la vita… e mi sono serviti a capire, alla mia età, 73 anni, che cosa farò da grande.
Ho fatto tanto e di tutto, prima; poi, smesso di lavorare, la voce di una sirena mi ha proposto di assistere alla presentazione del corso. Quindi ho deciso di iscrivermi, convinto di leggere, studiare, apprendere e avere tanti stimoli culturali… Insomma, che bello!
In realtà stavo inconsciamente scegliendo il mio destino.
Il primo anno mi hanno ribaltato come un calzino e mi sono riguardato un bel po’ di bucce; il secondo anno, quando ho cominciato il tirocinio, ho capito che non avevo capito nulla e solo con il contatto diretto con i primi clienti ha preso forma e realtà quello che avevo studiato.
Ora, a fine terzo anno e alle soglie del diploma, mi sento come un antico navigante che, sulla spiaggia, deve decidere di prendere il mare per andare verso altri orizzonti. Mi sento una vecchia barca a vela che tiene ancora le onde e ha voglia di altre rotte.
Perché uno fa tutto questo? Semplice, perché è entusiasmante! E perché ho imparato a respirare… vi par poco? No, è tutto.
Potrei raccontare tante cose sulla Gestalt, sulla sua visione del mondo basata sulla relazione; su che cos’è la Bioenergetica, che bisogna vivere e non raccontare; così come bisogna entrare nelle sfumature di personalità dell’Enneagramma, e non leggerne soltanto. Ma tutto questo non sta in poche righe.
Quello che conta è stato scoprire nuove modalità di essere e di stare in relazione, acquisire un nuovo sguardo sul mondo, una visione laterale, inaspettata, uno sguardo che prima non avevo. Non è stato soltanto studiare per una professione, ma aprire una porta che prima non avevo neanche visto per entrare in un altro modo di essere. Non si diventa migliori, più sapienti o cose del genere. Si diventa persone.
Una gioia grandissima è veder fiorire le persone, che trovano il modo di esprimere la propria creatività. Come ci racconta Dora, che ha riscoperto e valorizzato un proprio talento grazie a Collage e alla formazione in counseling che sta seguendo.
Sono Dora Cioppa e sono entrata a far parte della scuola di Collage Counseling nel 2019, mi manca solo il terzo anno e ho concluso il mio percorso.
L’intento, all’atto dell’iscrizione, era quello di formarmi nella relazione di aiuto. Chi poteva pensare che in realtà, oltre a una preparazione ottima, stavo ricevendo il grande dono della trasformazione di me stessa?
È stato un vero e proprio processo “creativo”, sono stata accompagnata da docenti competenti, appassionati e sensibili; passando da corpo, mente ed emozioni si è rivelata una nuova Me!
Durante il primo anno ho scoperto un talento che mai avrei immaginato di avere. Mi sono avvicinata per la prima volta agli acquerelli, ed è stato incredibile ricevere complimenti e anche un vero e proprio ingaggio da parte della Scuola: il sito di Collage è stato rieditato utilizzando i miei lavori!
Se tornassi indietro nel tempo, ripeterei la scelta mille volte…
Una “palestra di crescita personale”: che cosa vuol dire? Che oggi più che mai è importante e necessario imparare a lavorare su di sé dotandosi di strumenti che permettano di mantenere una certa “costanza di consapevolezza”. Per stare meglio con sé e con gli altri, e applicarlo nella propria vita, privata e lavorativa. Come racconta Egle, allieva che sta per iniziare il terzo anno di formazione in Counseling professionale di Collage.
Sono Egle Grandolfo e da anni cercavo un modo per guardare in profondità dentro me stessa e risolvere un malessere lieve ma costante che mi accompagnava, cui non sapevo attribuire un motivo concreto. Con il corso in counseling professionale di Collage l’ho trovato: è una vera palestra di crescita personale.
Con i laboratori di Bioenergetica ho contattato il corpo, mi sono data l’autorizzazione a esprimermi e sto scoprendo chi sono grazie alle informazioni che il corpo stesso mi fornisce in modo chiaro e immediato.
Grazie all’Enneagramma ho ridotto il giudizio verso me stessa, ma anche verso gli altri, di cui riesco a comprendere ora le ferite e la visione del mondo.
La Gestalt mi aiuta non solo a conoscere i meccanismi di difesa miei e degli altri, ma anche ad affrontarli e a risolverli. E, non da ultimo, il contesto di gruppo, composto da persone che trasmettono elevate frequenze di energia e che condividono con me lo stesso obiettivo di ricerca interiore, è stato miracoloso: il gruppo sostiene, fornisce rimandi, moltiplica il confronto e dà modo di capire meglio se stessi offrendo un ricco e prezioso microcosmo di relazioni attraverso cui mettersi in gioco e crescere, insieme.
Non da ultimo, le competenze che mi ha trasmesso la scuola mi danno la concreta possibilità di aiutare gli altri a crescere. Quale gioia più grande può esistere?
“Intrecciare discipline, sperimentare approcci differenti, ricercare strumenti in grado di comprendere la complessità dell’umano”: Emanuela Rocchetti, 56 anni, che sta per terminare il secondo anno di formazione in counseling professionale, racconta come le sue varie passioni l’abbiano a un certo punto portata a “navigare” verso il counseling, approdando in una realtà, Collage, che le ha sostenute e alimentate.
Imparare a “”stare”” in contatto con sé – e alle volte anche abbracciare un albero aiuta, se si ha l’occasione per farlo… – è una delle tante capacità che vengono scoperte, allenate e condivise durante il corso di formazione triennale in counseling professionale di Collage. Insieme a quella di sapersi raccontare, trovando sempre nuovi modi per farlo. Come spiega Francesca…
Sono Francesca Martino, allieva del terzo anno della scuola di counseling Collage a orientamento bioenergetico-gestaltico integrato.
A dodici anni mi hanno regalato un diario. Da allora continuo a narrare e rinarrare la mia storia; cerco di conoscermi, conoscere ciò che mi dà piacere, mi appassiona, mi fa sentire viva. Non necessariamente si tratta di momenti luminosi, spesso sto bene nella notte. E adesso sento che va bene anche così.
Se già lo stavo comprendendo grazie a maestri e maestre che ho incontrato sul mio sentiero, in questi ultimi anni ho avuto modo di accogliere in modo più completo questa consapevolezza; la scuola di counseling che sto frequentando mi sta dando la possibilità di osservarmi anche da fuori, di stare con la mia immagine riflessa nello specchio. Senza vergogna.
Sono riuscita così ad aprirmi a nuove esperienze e a nuove possibilità di relazione con me stessa, con gli altri e con il mondo. Questo contribuisce a offrire alla mia vita l’abbondanza di cui vado cercando. Nel contempo mi permette di essere generativa nel mio lavoro: nella relazione di aiuto e nella formazione.
È un’esperienza che consiglio soprattutto a chi desidera mettersi in contatto con il proprio eros, con la propria energia vitale e si percepisce come un essere integrato nelle proprie dimensioni corporea, cognitiva ed emotiva.
L’esperienza di lavorare con il corpo in modalità nuove, anche partendo da competenze specifiche: è quello che racconta Gabriella, allieva del secondo anno di formazione in counseling di Collage, insegnante di Yoga, che grazie all’approccio bioenergetico-gestaltico di Collage ha sperimentato la possibilità di acquisire ulteriori skill da trasmettere in ambito professionale.
Sono Gabriella Dombi e insegno yoga da tanti anni. Ho imparato che possiamo lavorare su diversi piani del nostro Essere, tra corpo, emozioni, pensieri ed energie. Lavorare con il corpo è un ottimo modo per scaricare energie e unito alla meditazione aiuta a disciplinare i pensieri.
Ma durante i laboratori esperienziali condotti da Alessandra Callegari nell’ambito del corso di formazione triennale in Counseling di Collage sto imparando a lavorare con il corpo per stare nelle emozioni e conoscerle meglio, incarnarle e verbalizzarle, scaricarle ed esternarle (uno dei maggiori tabù nella nostra società) in modo adeguato.
E questa esperienza è una delle più belle della mia vita, ha una forza liberatoria importantissima. L’energia che si libera ha un grande potere di guarigione e va a rigenerare anche il corpo.
Ho conosciuto Collage nel momento giusto, quando come insegnante di yoga ho sentito di voler accogliere e gestire le emozioni degli altri con maggiore consapevolezza. E fortunatamente ho trovato la scuola adatta… ne sono molto grata.
Alessandra Callegari per me è come i maestri tantrici, ci porta ad affrontare la nostra realtà, ci incoraggia a riconoscere le criticità e le zone d’ombra. Alessandra di Minno, con l’accoglienza di una maestra zen, ci guida a stare con ciò che c’è, dandoci il tempo per riformulare un equilibrio autentico. E insieme a loro, durante il residenziale fatto a luglio con tutti i colleghi della formazione in counseling, ho avuto l’occasione di sperimentare un nuovo e più profondo senso della mia esistenza.
Sono Georgia Dovera, allieva del terzo anno di formazione in Counseling, e la scuola che frequento, Collage, adotta un approccio integrato tra Bioenergetica, Gestalt ed Enneagramma. Uno degli insegnamenti più importanti che mi ha trasmesso è quanto sia necessario, oltre che bello e nutriente, perseguire l’integrazione fra corpo, cuore e mente, al fine di poter “andare nel mondo” con sempre maggiore consapevolezza di ciò che sono, ciò che voglio, ciò che posso fare, per me e per gli altri e con gli altri, in coerenza e autenticità.
Ho quindi potuto comprendere in modo nuovo e profondo come in me alberghino le tre dimensioni cognitiva, emotiva e corporea e come naturalmente interagiscano, sintonizzandosi una con l’altra. Ho visto anche come possano verificarsi degli squilibri in favore dell’una o dell’altra e ho realizzato come la presenza di blocchi e rigidità a volte metta a tacere parti di me che chiedono voce; una voce che non si può zittire, perché prima o poi comunque troverà una via per uscire e, se non accolta, rischierà di farlo in modo disfunzionale.
Sto imparando ad attrezzarmi per trovare soluzioni sempre più creative e sto realizzando come lo sperimentare nuovi percorsi crei nuove possibilità, nuovi tracciati comportamentali e mentali, nonostante lo sgomento iniziale provocato dal dover affrontare qualcosa di ignoto. Un esempio può essere la relazione sentimentale: nella mia c’è stato un punto in cui i bisogni generati dalle mie ferite hanno urlato così tanto che rischiavano di soffocare tutti gli altri suoni, provocando sgomento sia in me, che non riuscivo più a sentirmi intera, sia nella persona che ho accanto, che a sua volta reagiva irrigidendosi e chiudendosi, in una spirale senza fine di incomprensioni e fatiche.
A volte un evento come la pandemia Covid può essere il trigger che mette in moto un cambiamento importante, permettendo di prendere decisioni che hanno effetti benefici non solo nell’immediato, ma anche a medio e lungo termine. Come ci racconta Giovanna in questa sua testimonianza…
Sono Giovanna Ferrara, sono un’insegnante di lettere di Palermo. Insegno a Brancaccio alla scuola di Padre Pino Puglisi. Da molti anni cercavo un percorso di counseling, ma rimandavo sempre la ricerca, un po’ per impegni familiari, un po’perché forse non era il momento giusto.
Dopo la forzata “clausura pandemica” ho pensato fosse arrivato il momento di fare qualcosa. Ho cercato su internet, ho trovato diverse scuole, ho fatto molti colloqui. Quando ho parlato con Alessandra Callegari ho deciso: “Non importa la distanza o la fatica… È la mia scuola!” In Collage c’era qualcosa o qualcuno di speciale e dopo un anno posso davvero dire che avevo ragione.
Volevo fare questo percorso per portare una consapevolezza nuova nel mio lavoro, accogliere le emozioni degli alunni e gestire le difficoltà con conoscenza più matura e responsabile… e poi ho scoperto che lavorare su di me è grandioso. Ho visto l’infinito potenziale che ognuno di noi ha e il fantastico insieme in cerca di armonia che ci caratterizza e che possiamo sviluppare.
Non posso che essere felice e grata per aver trovato questa meravigliosa famiglia di Collage.
Iscriversi a un (nuovo) corso di counseling può essere la scelta giusta anche per chi è già diplomato in counseling? Ebbene sì, se l’approccio della nuova scuola è diverso e, come nel caso di Collage, è a mediazione corporea consapevole, ovvero accompagna a stare più in contatto con la fisicità, a decifrare in modo più preciso il linguaggio del corpo in sé e negli altri, a integrare le nostre dimensioni – mente corpo emozioni – per stare meglio in relazione nei vari ambiti della nostra esistenza.
Come ci spiega bene Giulia Barilli, che ha appena terminato il primo anno di corso triennale in Collage.
Mi sono iscritta al primo anno di formazione di Collage con la speranza di aumentare le mie competenze di counselor e avere nuovi strumenti da mettere in gioco nel mio lavoro. Ed è andata come speravo.
Ma la vera sorpresa è stata del tutto inaspettata e per quello ancora più gradita: in un anno di formazione in Collage sono cresciuta tanto da molti punti di vista: ho imparato cose di me che mai avrei pensato e che mi permettono di muovermi più a mio agio nel mio lavoro, nel quartiere dove vivo, in famiglia, con i miei amici. Sono a mio agio perché ora posso mettere in atto delle caratteristiche e delle risorse che non sapevo proprio di avere, è come trovare e indossare un vestito comodo, elegante e che mi sta bene; ce l’avevo nell’armadio, ma non lo vedevo e quindi non potevo usarlo.
Mi sono riconfermata sul fatto che imparare e sperimentare in un gruppo funziona alla grande: è definitivo, la dimensione del gruppo è una grande risorsa e la voglio espandere e restituire con ancora maggiore convinzione negli ambienti in cui mi trovo e mi troverò in futuro
E infine: mai, mai smettere di mettermi in gioco perché crescere e evolvere merita, è vita, è comunque una promessa che si avvera; occasioni così non si possono perdere.
Uno sguardo su Collage, sul senso di una formazione in counseling professionale, sul valore del counseling come “modo di essere”, da parte di chi non solo si è diplomato pensando di esercitare questa professione, ma si è messo al servizio di coloro che stanno ancora svolgendo il proprio percorso formativo.
Sono Guia Bazzoni, mi sono diplomata nel 2020 in Collage, diventando Counselor professionista a indirizzo bioenergetico-gestaltico integrato.
La faccia compiaciuta, in primo piano, è la mia!
È compiaciuta perché sto guardando le allieve e gli allievi del secondo anno di formazione, di cui sono tutor, che danzano e si muovono liber* nello spazio, dando corpo al corpo, esprimendosi.
È compiaciuta perché, di fatto, assisto alla magia di chi, supportato e stimolato da questo contenitore formativo, si mette in contatto con sé e si apre alla possibilità di ri-conoscersi e iniziare a camminare sui propri passi, nella vita come nella formazione professionale.
Questo è quello che è accaduto a me quando ho scelto di iscrivermi al percorso formativo di Collage Counseling: ho trovato Guia – autenticamente – e Guia ha iniziato a definirsi -spontaneamente – trovando congruenza tra il suo saper essere e il saper fare.
Una rinascita fatta di ascolto, cura gentile e arte maieutica.
Oggi, nel tutoraggio, nella professione di counselor, ma anche nella mia vita di ogni giorno, provo a portare il valore del Counseling come “stile di vita”, per favorire e facilitare l’incontro con se stessi e con gli altri.
Credo molto in questa formazione, in questa scuola, in questo gruppo.
Credo che tutti potrebbero, se lo desiderano, regalarsi una possibilità come questa.
Credo che sia importante oggi, come atto “sociale”, nutrire le proprie qualità relazionali.
Queste cose – e molte altre – se vorrete ve le racconterò di persona, ed è per questo che ci metto la faccia… compiaciuta!
Alle volte, un piccolo gesto innesca una catena di eventi che hanno un impatto enorme sulla propria vita: come ci racconta Loredana Bramanti, che ha concluso a dicembre il secondo anno del percorso triennale di formazione in Counseling professionale di Collage .
Due anni fa era incerta, aveva dei dubbi, non sapeva se stava facendo la scelta giusta. Poi si è decisa… e cliccando su “”invia”” si è iscritta al corso. E a posteriori ritiene di essersi fatta il più bel regalo della sua vita.
Mi chiamo Lory e ho cominciato a pensare di frequentare una scuola di counseling quando ho capito che sarebbe stata parte integrante del contesto in cui opero, l’insegnamento dell’italiano agli stranieri. La relazione, l’empatia, lo sguardo attento e non giudicante sono elementi indispensabili per lavorare nell’integrazione e desideravo mettermi ancor di più in gioco.
Quando ho conosciuto Collage sono rimasta entusiasta per ciò che mi offriva e nonostante i soliti dubbi (ce la farò, farà per me?) dopo qualche giorno con un semplice clic ho inviato la domanda di iscrizione. E mi sono fatta un regalo bellissimo.
Sono alla fine del secondo anno di formazione e sono stati due anni di crescita profonda, in cui ho “incarnato” le mie emozioni più nascoste, ne ho pianto e gioito, ne ho preso consapevolezza e ho trasformato piano piano il mio modo di gestirle. Mi è cambiata la vita!
Oggi faccio parte di un gruppo di persone meravigliose legate da tante sfumature, un arcobaleno di personalità simili e diverse. Una famiglia dove sono stata accompagnata, grazie all’Enneagramma, a rispecchiarmi nell’altro, cercandomi e cercandolo, condividendo paure, tristezze, gioie con creatività e complicità. Nei laboratori di bioenergetica, che guardavo dapprima con sospetto, ora mi lascio travolgere da tutta l’energia che si genera, con il coraggio di muovermi, di dar voce a ciò che sento, stupita e compiaciuta da ciò che mi accade.
Proprio in uno di questi laboratori, una mattina, ho ritrovato la mia cara Sofie. Un mio vecchio soprannome: una Sofie che per piacere al mondo avevo nascosto in un armadio sotto i vestiti di gioventù; una Sofie dimenticata, che da quel giorno ho voluto “rimettermi addosso”. Una Sofie che con rinnovata leggerezza mi dice oggi che ce la posso ancora fare. E che durante un bellissimo e indimenticabile residenziale di Collage mi ha indotto ad andare in scena per tornare a sentirsi con me! E ce l’ha fatta… Grazie, clic!
Collage offre la possibilità di seguire un anno di scuola – che praticamente corrisponde, con qualche variante, al primo anno del corso di formazione triennale in counseling – per chi vuole acquisire buone competenze relazionali da applicare nella propria vita, professionale e privata. Con la possibilità, volendo, di proseguire un domani con il secondo anno di formazione in counseling.
Un anno che, come testimonia Martina, lascia il segno.
Sono Martina Moscon e ho appena concluso il master in competenze relazionali nella scuola di Collage.
Ciò che mi ha portato qui è l’esigenza di imparare facendo pratica, allenandomi sul serio a rapportarmi con altre persone in ambito consulenziale. All’inizio di quest’anno infatti mi sono resa conto che, in prossimità della chiusura del mio percorso universitario in Scienze pedagogiche, non avevo idea di come funzionasse realmente rapportarsi con qualcuno in sede di consulenza.
Questo percorso, oltre a soddisfare il mio desiderio, mi ha dato molto di più.
Mi ha permesso di cominciare un rapporto di ascolto con il mio corpo che per molto tempo ho ignorato. E ho trovato un amico che mi consiglia quando fermarmi e si accorge quando sto per esplodere di energia.
Ho imparato a osservarmi in relazione a me stessa e con gli altri e a distinguere le sfumature di emozioni nate dall’incontro con altri corpi e altre storie.
È stato un anno di scoperte, di colori creati mescolando acquerelli, di rabbia e dolore, di ricerca, di corpi, di ricordi e di legami.
Seguire un corso di formazione in counseling serve, prima di tutto, a conoscersi meglio; poi a imparare a stare meglio in relazione; e infine ad acquisire competenze specifiche sul piano professionale… Come testimonia Matteo, che sta per concludere il percorso triennale con Collage…
Sono Matteo Sclavo, allievo del terzo anno del corso di formazione triennale in counseling professionale di Collage, e sento di condividere quanto questo percorso mi abbia dato l’opportunità di conoscermi nel profondo.
Sono più di dieci anni che pratico e insegno Yoga e grazie a questa via ho sviluppato sul piano corporeo una buona flessibilità, forza e fluidità. Contestualmente questa disposizione ha creato un terreno fertile anche sul piano cognitivo, favorendo un processo di riconoscimento, di accettazione e di integrazione dei miei limiti e delle mie rigidità.
Ciò che ne è risultato è stata l’opportunità di entrare nel profondo della mia interiorità, scoprendo un aspetto di me stesso che non avevo considerato: le mie emozioni.
Questo processo si è reso concretamente possibile attraverso questa scuola di Counseling. Ho trovato che la relazione di aiuto, elemento cardine su cui la scuola si fonda, è stata importante per il percorso di formazione cui ho aderito e di cui ho compreso il bisogno.
Oggi mi vivo con maggiore autenticità, consapevole delle mie risorse e dei miei limiti, libero di esprimere le mie necessità pur rimanendo nei miei confini.
A volte, è vero, prendiamo delle decisioni che ci fanno fare una svolta importante. Seguire un corso di formazione, per esempio. Come testimonia Michela Barucco, che sta per concludere il suo terzo e ultimo anno di formazione in counseling professionale in Collage…
Sono Michela Barucco e tre anni fa ho preso una decisione che mi ha cambiato la vita…
Frequentare una scuola di counseling – nello specifico il corso di formazione triennale di Collage, che sto per concludere – mi ha prima di tutto permesso di osservarmi, riconoscermi e lavorare sulle mie rigidità e “nevroticità”. Ho iniziato a migliorare le relazioni, in particolare con i miei figli e la mia famiglia, e ho acquisito competenze che posso utilizzare nel mio lavoro, come l’ascolto, l’accettazione incondizionata, la presenza.
È difficile rendere in poche parole che cosa significa frequentare un corso come questo, e quanto implichi una trasformazione, anche a prescindere dall’eventualità di praticare poi la professione del counselor.
Perché si sente spesso parlare di valorizzare le risorse, scoprire le potenzialità, raggiungere la consapevolezza: ma è possibile farlo solo in un ambiente sicuro, sano, amorevole, con la presenza di persone che hanno davvero cura dell’altro.
Se sentite, come è successo tre anni fa a me, che è arrivato il momento di fare qualcosa di unico per la vostra vita, andate sul sito di Collage e scoprite in che cosa consiste la formazione – magari partecipando a una delle presentazioni dei corsi Collage che si svolgono online in questo periodo – e potreste avere le risposte che state cercando.
Il legame che si crea tra le allieve e gli allievi della scuola di formazione triennale in Counseling è potente: il gruppo riesce a dare supporto concreto e a garantire una nuova stabilità rispetto alle prove che succede di dover affrontare nel proprio quotidiano… Come ci testimonia Miriam.
Sono Miriam Lippolis e ho appena cominciato un nuovo anno di formazione in counseling, il mio terzo e ultimo in Collage.
Se mi guardo indietro mi rivedo seduta in cerchio, nel primo weekend di scuola, con altri compagni mai visti. Tantissima curiosità e voglia di iniziare una nuova avventura. E così è stato fino a oggi. Mi sono avvicinata a questa scuola per il tipo di approccio usato, ero interessata alla Bioenergetica e alla Gestalt. Ma qui ho scoperto anche l’Enneagramma in tutte le sue sfaccettature.
Volevo saperne di più, mettermi in gioco e qui si balla, si balla davvero. Non so se avrò la possibilità di intraprendere questa professione, e mi piacerebbe tanto, ma quello di cui sono certa è che questo percorso, questo viaggio che sto vivendo con i miei compagni è qualcosa che ha arricchito tantissimo la mia vita, il mio modo di pensare, il mio modo di essere nel mondo.
Inoltre, in contemporanea con l’inizio della mia formazione, ho avuto un grosso problema in famiglia e onestamente, per tutto quello che ha comportato, credo che se non avessi avuto – grazie alla scuola e ai miei compagni – un appoggio e un radicamento di un certo tipo, oggi non avrei potuto sentirmi così leggera e serena. Grazie.
Un percorso di formazione in counseling può servire a “osservare” la realtà con uno sguardo nuovo e a “fotografarla” con obiettivi e lenti anche molto diverse. Come dimostra Monia, fotografa di professione, che grazie al corso che sta seguendo ha aggiunto altri strumenti utili per il suo lavoro…
Sono Monia Di Santo, allieva della scuola di counseling Collage, e all’avvio del terzo e ultimo anno posso dire che fare questa formazione è stata una vera scoperta… di me stessa innanzitutto!
Mi sono iscritta all’inizio del 2020, in un momento di “crisi” professionale: faccio la fotoreporter da 25 anni e amo questo mestiere, anche perché sono sempre stata affascinata e incuriosita dalle persone, dalle loro storie e dalle dinamiche relazionali, ma sentivo che mi mancava qualcosa e che avevo bisogno di nuovi stimoli.
Grazie a questa scuola ho scoperto di poter entrare in relazione con il mondo in modo ancora più profondo ed emozionante. E rispetto al mio lavoro, in particolare, mi ha dato ottimi spunti di riflessione e un modo diverso di “guardare” la realtà.
Bioenergetica ed Enneagramma mi hanno fatto trovare una nuova “postura” e consapevolezza nella vita privata e professionale, in relazione a me stessa, alle persone, ai fatti. E ho capito che i miei punti di debolezza possono trasformarsi in punti di forza.
E tra Gestalt e fotografia ho trovato delle similitudini affascinanti. Quando ho sentito parlare dell’importanza del rapporto tra figura e sfondo nella relazione, ho subito pensato al mio lavoro di fotografa e alle nuove “lenti” che mi si offrivano. Ho capito ancora di più la necessità di scegliere che cosa è figura e che cosa è campo, che cosa risalta rispetto a tutto lo sfondo, quale tipo di obiettivo usare per mettere in relazione queste due cose e come mi muovo io all’interno dei vari contesti… È solo un esempio delle riflessioni che ho fatto su me stessa e sulla mia professione, e sui rapporti che costruisco nel mio quotidiano.
Il lavoro di crescita personale inoltre si sviluppa nel gruppo, che fino a oggi non pensavo essere così fondamentale. Il gruppo è un’entità che cresce e si sostiene, che si prende cura e pone attenzione, ognuno con profondo rispetto verso l’altro. E davvero ogni mia compagna/o risuona dentro di me. Tutto questo anche grazie al magnifico lavoro di affiancamento, sostegno e contenimento delle nostre insegnanti e tutor.
Posso dire che due anni fa ho pensato di farmi un regalo, ma non sapevo ancora quanto sarebbe stato prezioso per me e che non avrei potuto fare scelta migliore. Oggi, tra i tanti desideri, uno dei più ambiziosi è quello di trovare un mio modo originale per poter integrare le mie due grandi passioni attuali: fotografia e counseling.
Quanti di noi hanno esperienza di aver seguito, in tante circostanze, “vecchi schemi”? Sono le abitudini, i comportamenti ripetuti sulla base di stereotipi, credenze, pensieri limitanti… Gli automatismi che non ci permettono di esprimerci nella nostra verità.
Natalie, allieva del corso triennale di counseling professionale di Collage, si è liberata da un vecchio schema e ha scoperto in sé una nuova determinazione, quella che la sta portando a seguire il percorso di formazione, con passione e impegno.
Ho da poco terminato il primo anno di formazione in Collage. È stato un anno di trasformazione incredibile che non avrei mai potuto immaginare sia dal punto di vista individuale che nella dinamica di gruppo.
Ho iniziato il percorso timorosa di non portarlo a termine a causa di alcuni vecchi schemi che mi portavano quasi sempre a lasciare le cose a metà, ma questo primo anno è letteralmente volato tra pianti, dubbi amletici e sorrisi.
Ho dovuto mettere in campo molta pazienza, compassione e comprensione nella relazione con me stessa e con gli altri, scoprendo ogni giorno delle nuove possibilità e modalità di rapportarsi e comunicare.
Giorno dopo giorno è stato un lento decostruire la vecchia casa che abitavo, piena di false credenze e pensieri limitanti che avevo di me stessa, gettando così la base per una altrettanto lenta ricostruzione – mattone dopo mattone – di una nuova casa nella quale abitare. Una casa tutta mia in cerca della me autentica.
Collage non è soltanto una scuola di counseling che propone una formazione triennale, è una realtà dinamica, in cui chi si è diplomato concorre, se lo desidera, alla crescita dei nuovi allievi facendo il tutor. E dove si impara un nuovo modo di stare in contatto con se stessi, di integrare le varie parti di sé in un tutto coerente e più funzionale.
Come testimonia Paola…
Mi chiamo Paola Brandolini; terminato il percorso di formazione in counseling nel dicembre 2020, mi sono diplomata in Collage a dicembre 2021, diventando counselor professionista a indirizzo bioenergetico-gestaltico. Da gennaio 2021 sono tutor, sempre in Collage, degli allievi che hanno appena concluso il primo anno.
Mi occupo di formazione per il benessere delle persone e delle organizzazioni, sia sullo sviluppo delle cosiddette competenze trasversali sia sulla promozione di sani stili vita e comportamenti fonte di benessere personale.
Realizzai anni fa, proprio nelle aule sulla promozione di comportamenti finalizzati al benessere individuale, che avevo bisogno di migliorare le mie competenze relazionali, la mia capacità empatica e d’ascolto autentico e non giudicante, la capacità di entrare in connessione con il sentire e le fatiche dell’altro per poter facilitare consapevolezze e cambiamenti.
Una scuola di counseling mi parve il miglior modo per imparare di più e meglio. Intuii che ciò che mi serviva era una scuola in cui lavorare con il corpo e incontrarlo in modo pieno e autentico per ciò che aveva da dirmi e darmi. Così scelsi una scuola a indirizzo bioenergetico-gestaltico: sapevo che solo uscendo dalla mia area di comfort cognitiva sarebbero avvenuti cambiamenti positivi.
Nel percorso formativo in Collage ho scoperto, nell’esperienza di essere corpo integrato in mente, emozioni e istinto, la gioia di vivere pienamente con me stessa e nel contatto più autentico e generativo con gli altri, nel lavoro che faccio, nelle relazioni one-to one, nell’incontro con la collettività.
Circa tre anni fa un partecipante al corso mi disse “Ma tu pratichi arti marziali?”. “No, perché?” chiesi curiosa a mia volta. “Io sì, e osservo che hai un modo di stare in piedi e muoverti nell’aula molto radicato, sei piantata a terra, esprimi forza”.
WOW! mi dissi. Proprio io che ho trascorso la mia vita con la testa “”per aria”, stando nel cielo della razionalità e del cognitivo per paura di scendere e stare a “terra”! Il mio corpo parlava di uno stare che aveva imparato un po’ di più a tenere insieme terra e cielo.
Questo primo anno di esperienza da tutor in Collage mi ha consentito di sentire la bellezza e la responsabilità di affiancare un gruppo di persone nel loro viaggio alla scoperta di sé e di questa professione, proseguendo così anche il viaggio mai concluso di scoperta di me stessa.
Grazie a Collage e grazie agli allievi.
Un momento di condivisione a due durante il residenziale estivo della scuola Collage Counseling: quattro giorni in cui tutti gli allievi dei tre anni di formazione in counseling professionale hanno modo di mettersi in gioco, da soli, in coppia, in gruppo, sperimentando anche la possibilità di fare chiarezza sui propri vissuti e dare loro parola. Un’esperienza profondissima e preziosa, come testimoniano Silvia Magni e Filippo Prina, rispettivamente del secondo e terzo anno di corso.
“L’assenza di paura – spiega Silvia – ha sempre rappresentato per me un’utopia, un giardino dell’Eden irraggiungibile, soprattutto in relazione all’Altro: l’incontro profondo e intimo con l’Altro da me, ricco di potenzialità di crescita così come di possibilità di sofferenza e dolore, rappresenta per me, oggi, stupore e meraviglia. E così, con le braccia spalancate ad abbracciare la vita, durante il residenziale del corso di formazione di Collage, nel luglio 2021, ho incontrato il mio “Angelo Custode”. Abbiamo aperto lo scrigno dei nostri tesori, prendendoci per mano, forti che l’unione delle nostre mani diventasse, simbolicamente, un inno alla forza di raccontarsi al mondo. In Collage ho trovato una comunità in costante divenire, per questo mi piace parlare della “nostra” comunità, perché Collage è di tutte e tutti noi. E la nostra comunità è co-costruita dai singoli e dal gruppo/dai gruppi che via via si costituiscono. Il viaggio, che sto tuttora compiendo, mi ha condotta a lavorare su me stessa, sulla mia integrazione corpo/mente, sul mio modo di relazionarmi con gli altri, avendo la possibilità di osservare le mie ombre tanto quanto le mie luci, consentendomi di portare questa ricchezza e questa integrazione negli incontri di tirocinio formativo. Oggi posso dire di sentirmi finalmente in grado di accogliere me e di poter quindi accogliere l’Altro.”
“Non avrei mai pensato – racconta Filippo – di dire quello che ho detto quel giorno. Pochissime persone avevano già ascoltato quelle parole. Anche oggi le posso contare sulle dita di una mano. La meraviglia e l’amore che ho ricevuto in cambio sono stati inaspettati. La migliore medicina. Hanno saputo guarire anni di piccoli ma ripetuti, inascoltati traumi. Da quel giorno Silvia è diventata il mio “Angelo Custode”. Non ne avevo mai avuto uno. E io il suo, per fortuna. Perché, incredibilmente, in cambio dei miei racconti, ne ho ricevuti ancora di più preziosi. Che porterò per sempre nel mio cuore. Ciò che ho raccontato a Silvia quel giorno sono state parole che mi hanno aperto la strada a una trasformazione inaspettata, un viaggio verso la scoperta di me che mai avrei sospettato. E che ho sempre temuto inutilmente.”
“Non vedo l’ora di conoscere la me di domani”
Con queste parole Sofia conclude la sua testimonianza sul percorso di formazione in counseling da lei intrapreso a gennaio 2023 con Collage. Ed è proprio così: accompagniamo le persone a scoprire il meglio di sé, valorizzando le loro risorse e favorendo un processo di crescita che si manifesta in ogni ambito della vita, sia se un domani si decide di fare il counselor professionista, sia se le competenze relazionali acquisite vengono utilizzate in un lavoro precedente. E, sempre e comunque, la crescita si manifesta nella propria vita personale.
Sono Elena Sofia Nascimbeni, allieva del primo anno della scuola di counseling Collage. In questo momento sto sperimentando appieno la magia della mia trasformazione, percependone il sapore e il profumo. È reale, tangibile e riesco a vedere chiaramente la sua forma.
Ho iniziato il mio percorso con Collage con una voce tremolante e un corpo che gridava di vergogna. La trasformazione che ho vissuto nei primi mesi è stata semplicemente straordinaria. Quello che inizialmente sembrava un percorso costellato di ostacoli si sta gradualmente trasformando in una casa accogliente composta da molte stanze che non vedo l’ora di esplorare. Ad ogni incontro, apro una nuova porta e mi lascio invadere da un’energia potente e chiarificatrice.
In questa nuova dimora, ho incontrato persone luminose e competenti che mi hanno accompagnato verso una nuova consapevolezza e a cui sono profondamente grata.
Oggi, porto con me nel mondo una voce potente, una nuova postura, grande coraggio e una serenità che non avevo mai sperimentato prima. Sto liberandomi di tutte le catene che hanno limitato i miei movimenti per anni. Se mi fermo a riflettere sul cammino finora percorso, provo una profonda commozione e trovo l’ispirazione per continuare a crescere.
Non vedo l’ora di conoscere la me di domani.
Sonia Scaglioni, allieva del terzo anno del corso di formazione triennale in counseling professionale di Collage, come parte del tirocinio o pratica formativa ha co-condotto insieme ad Alessandra Callegari e un’altra allieva il percorso “Conoscersi con l’Enneagramma” svoltosi online tra settembre e novembre 2021. Ecco il suo feedback.
Sono Sonia Scaglioni, sto per concludere il terzo anno di corso in Collage e per me questo è stato un importante cammino di formazione e di crescita personale. L’Enneagramma in particolare mi ha permesso di vedere tutta una parte di automatismi di cui non ero consapevole, di apprezzare certe mie risorse che prima mi erano sconosciute e di diventare più tollerante con me stessa, più compassionevole: ho capito che non devo essere sempre super preparata e performante al massimo…
Ho sentito molto il senso di responsabilità del mettermi al servizio delle persone che partecipavano ai vari incontri, avendo rispetto a loro una conoscenza maggiore di questa mappa. Ho sentito di poter aiutare chi aveva più difficoltà a riconoscersi, cercando di fare le domande giuste per accompagnarli a fare chiarezza, e ho provato gioia nel vedere che, da diamanti grezzi, scoprivano tutta una serie di loro sfaccettature… E poi lavorare in tre, con Alessandra Callegari e Claudia Spinosa, è stato molto utile: la conferma di come tre enneatipi diversi, e quindi tre energie diverse, permettono di vedere le cose in modo diverso.
A volte fermarsi serve a riflettere su di sé, sui propri bisogni, sulle proprie motivazioni. E permette di capire che cosa davvero vogliamo fare “da grandi”. Come ci racconta Vanja, allieva che sta per cominciare il secondo anno del percorso di formazione in counseling di Collage e che vuole fare la counselor.
Sono Vanja Tomasevic e ho appena finito il primo anno di formazione in Counseling presso la Scuola Collage. Questo periodo di Covid ha avuto un impatto importante sulla vita di tutti noi ma devo dire che per me non è stato solo negativo. Per anni ho vissuto una quotidianità molto dinamica, senza avere il tempo di fermarmi a pensare che cosa avrei davvero voluto fare “da grande”. La pausa forzata durante il lockdown mi ha permesso di meditare, di riflettere molto e di dedicarmi a me stessa.
Ho scelto di seguire un corso di counseling perché ho capito che voglio fare la counselor. In questa vocazione ho ritrovato l’essenza dei miei desideri di una volta, di Vanja ragazza che sognava di aiutare le persone e contribuire a far diventare il mondo un posto migliore.
Ho scelto la Scuola di Collage per il suo approccio integrato di Gestalt, Enneagramma e Bioenergetica, discipline che in modi diversi ci aiutano a comprendere le dinamiche del nostro comportamento verso gli altri e viceversa, così come il loro effetto sul nostro corpo. Ho trovato grande professionalità e guida in questo mio percorso professionale e personale e ho scoperto il potere del gruppo, che ti accoglie, accompagna e fa da supporto senza giudicare e ti accetta per quello che tu sei.
Ho anche scoperto l’importanza della condivisione e quanto è importante imparare ad ascoltarsi a vicenda (come è successo durante il residenziale estivo con il mio compagno di formazione Matteo, che ringrazio…
Se riuscirò un domani, da counselor, ad aiutare anche solo una persona per me sarà già un grande successo.
Siete insegnanti, docenti, professori?
Se il vostro lavoro vi porta ad avere relazioni con bambini, ragazzi, adolescenti, acquisire una maggiore capacità di ascolto e di accettazione è davvero importante. Il ruolo di chi insegna è delicatissimo e prezioso, e una formazione dedicata alla relazione può fare la differenza. Come ci racconta Vittoria… allieva del primo anno di corso di formazione in counseling di Collage.
Sono Vittoria Caracciolo, un’insegnante di Lettere che tra pochi anni raggiungerà il pensionamento. In piena pandemia, dopo un lutto che ha riattivato i grandi dolori della mia vita, ho ritenuto giusto riprendere quel percorso di crescita personale che da sempre ho cercato di realizzare. Dopo anni di psicanalisi, tecniche immaginative, lavori di gruppo, EMDR, avevo bisogno di qualcosa di diverso, che mi vedesse maggiormente protagonista e mi desse la possibilità di acquisire nuove competenze per esercitare una professione di aiuto, diversa da quella di cui mi occupo ora.
Da giovane infatti avrei voluto diventare prima assistente sociale e poi psicologa, ma in realtà mi sono dedicata all’insegnamento, che vivo come una vocazione. Da una parte la prospettiva di andare in pensione mi rallegrava, perché sono esausta di correggere verifiche, nauseata dalla burocratizzazione del lavoro del docente e straziata dal peso della valutazione, dall’altra mi rattristava il pensiero di non poter più sostenere i miei amati adolescenti. Questo nuovo percorso mi dava gli strumenti per essere ancora di aiuto ed era un po’ un ritorno alle origini, quasi un cerchio che si chiude.
Ho deciso perciò di iscrivermi a una scuola di counseling e, dopo un’attenta ricerca tra le varie scuole, con Collage è stato subito amore: l’atmosfera e il rapporto tra allievi e docenti mi hanno colpito. E le mie aspettative dopo il primo anno di corso sono state soddisfatte pienamente.
Nella scuola ho trovato competenza, professionalità e tanta umanità, anche con i miei colleghi. Credo fortemente nella forza dirompente del gruppo, che ci aiuta nel lavoro di crescita. E l’approccio integrato mi convince e affascina sempre più: la Bioenergetica, visto che da sempre ritengo che corpo e psiche siano indissolubili; l’Enneagramma, che si sta dimostrando un valido aiuto nella conoscenza e comprensione di me e delle persone con cui mi relaziono; la Gestalt, che mi sta appassionando con il suo focus sul Qui e ora, dimensione per me poco conosciuta.
Un viaggio nutriente, in compagnia di belle persone che hanno voglia come me di crescere, guidate da docenti competenti, appassionati di ciò che fanno e accoglienti. Che cosa potrei augurare di meglio a una persona?
Il corso triennale di formazione in counseling è stato negli anni
una straordinaria occasione di crescita personale e professionale
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